Suonare il Basso Elettrico (L#6): TECNICA PER LA MANO DESTRA
Dopo i primi articoli dedicati a considerazioni e argomentazioni introduttive (didattiche e non), è finalmente arrivato il momento di iniziare a suonare il basso nel senso stretto del termine.
Tra le due mani, che svolgono una diversa funzione ed hanno regole tecniche diverse, iniziamo con la destra, che si può definire come il motore del groove.
In linea generale per un destro la mano deputata a pizzicare le corde è appunto la destra. Per un mancino sarà la sinistra. Per questo motivo, per evitare confusione, gli anglosassoni utilizzano il termine picking hand, in modo da non dover ogni volta fare la specifica per i mancini.
Ad ogni modo, resta sempre sottinteso che quando si parla di mano destra ci si riferisce alla mano che pizzica le corde.
Suonare il Basso: TECNICA MANO DESTRA
Il basso elettrico è uno strumento piuttosto giovane, specie se confrontato con strumenti come la chitarra, tanto per citare un altro strumento a corde.
La tecnica delle mani nel mondo del basso elettrico non ha ancora avuto modo di consolidarsi. Assistiamo infatti a bassisti che suonano con un dito, con due e anche con tre. Per non parlare di chi utilizza tecniche miste dita pollice o personalizzate.
Giusto per citarne alcuni:
- Sting utilizza una tecnica che fa uso del pollice in alternanza con indice e medio;
- Billy Sheehan, virtuoso shredder, preferisce una tecnica a tre dita (indice, medio e anulare);
- Damian Erskine ha un approccio direi quasi batteristico (lo spiega nel suo manuale Right Hand Drive) con pollice, indice e medio;
- James Jamerson utilizzava essenzialmente solo l’indice;
- Gary Willis è famoso per la sua personalissima tecnica della mano destra a tre dita (indice, medio e anulare) probabilmente ispirata dalla chitarra classica, con l’impostazione detta con attacco a destra. Il basso è nella posizione tipica del chitarrista classico.
Braccio e avambraccio formano un angolo ampio e rilassato, con il polso praticamente senza angolo (abbiamo già visto posizioni simili nell’articolo sulla postura a proposito della postura alternativa). La mano e le dita sono in posizione da arpeggio (te ne parlo poco più giù);
In questo ambito così eterogeneo proviamo però a trovare dei punti fermi da cui partire.
Possiamo considerare la tecnica per la mano destra fondata su tre pilastri:
- Pizzicare le corde (I)
- Mutare le corde (II)
- Rake (III)
Prima di passare ad analizzare in dettaglio questi tre pilastri, partiamo dalla posizione tradizione della mano.
Mano destra: posizione tradizione
Si tratta della tecnica più utilizzata in assoluto.
Ovviamente nulla vieta che tu possa poi sviluppare una preferenza per una impostazione diversa. Non sono infatti da sottovalutare le preferenze e le esigenze personali, come ad esempio anche la conformazione fisica di ognuno di noi.
Assumeremo una posizione come quella in figura, ovvero con l’avambraccio che poggia delicatamente sul bordo del body e la mano che scende sulle corde con le dita raccolte ma non attaccate.
Questa è la posizione che potremmo definire tarreghiana, nome derivante da Francisco Tarrega, chitarrista classico spagnolo del 1800.
E’ interessante osservare come Tarrega all’epoca fosse uno dei pochi (l’altro fu Fernando Sor) a pizzicare le corde con i polpastrelli e non con le unghie. Inoltre, utilizzava essenzialmente la tecnica del tocco appoggiato, di cui ti parlerò tra poco, oltre ad utilizzare un rialzo per la gamba sinistra per sollevare la chitarra dal lato del manico.
In pratica è come se Tarrega nel 1800 avesse posto già le basi della tecnica che oggi utilizzano il 95% dei bassisti elettrici.
I – Pizzicare le corde
Il primo compito della mano destra è quello di far vibrare le corde in modo che possano produrre il suono.
Per fare questo bisognerà pizzicare le corde. Vediamo come.
Chi ha un minimo di dimestichezza con il mondo della chitarra classica conosce già la distinzione tra il tocco libero ed il tocco appoggiato.
Senza andare nel dettaglio di un argomento che ci riguarda relativamente, ti basta sapere che:
- nel tocco libero il dito che pizzica la corda tocca ed interagisce solo con la corda che deve vibrare
- nel tocco appoggiato il dito che pizzica la corda, dopo averla fatta vibrare, termina il suo movimento sulla corda successiva, intendendo per corda successiva quella situata immediatamente sopra quella che vibra.
Entrambe le tecniche sono eseguite utilizzando indice e medio, che si alterneranno nel pizzicare le corde.
Come puoi osservare nell’immagine qui in alto, il dito parte dal punto A (seconda corda in questo caso), pizzica la corda con la punta del polpastrello, attraversa le due corde e termina il movimento sul punto B, appoggiandosi appunto sulla corda superiore, la terza.
Sottolineo che la corda va pizzicata con la punta del polpastrello e non in pieno polpastrello come se stessi depositando le impronte digitali.
L’immagine qui su ci torna ancora utile: nel punto A la corda è pizzicata in modo corretto.
Tiriamo un attimo le somme di questo inizio e proviamo quindi a suonare il basso:
- appoggia il pollice sulla quarta corda come nell’immagine qui su;
- posizione indice e medio sulla terza corda;
- poi inizia a pizzicare la seconda corda come appena indicato alternando indice e medio (in pratica è come se volessi imitare con le dita una persona che cammina);
- ricorda di terminare il movimento di ogni dito (indice e medio) sulla corda più in alto rispetto a quella che stai suonando.
Se non ti riesce non preoccuparti. E’ solo l’inizio. Continua a leggere, anche perché alla fine ho previsto dei contenuti molto utili.
Intensità del tocco
Per definire l’intensità da imprimere al tocco si può far riferimento al concetto di suonare piano e suonare forte.
L’intensità dovrà essere tale da assicurarti la possibilità di poter sempre suonare più forte o più piano. In sostanza devi poter avere sempre una riserva di dinamica nel tocco.
In proposito, come ormai avrai capito, ci sono diversi punti di vista anche sul discorso intensità.
Si va da un estremo all’altro. Si parte da quelli che tirano delle vere e proprie mazzate sulle corde a quelli che quasi le sfiorano.
Come sempre il giusto è nel mezzo.
In proposito, i sostenitori di un tocco più leggero sono soprattutto coloro che utilizzano una postura più classicheggiante e puntano tanto sulla tecnica, vedi Willis, Feraud, Caron o Rolli, citati nell’articolo precedente.
Gary Willis in particolare in un suo libro sostiene proprio la necessità di utilizzare la minor forza possibile e di compensare spingendo su il volume dell’ampli.
Molti anni fa ero solito suonare il basso con un tocco della mano destra molto pesante.
Avevo i soliti sintomi: calli, tendiniti, dolori articolari alle dita, ecc. Dovevo anche staccare spesso la mano destra dal basso nel bel mezzo di un concerto per farla riposare un attimo prima di riprendere a suonare.
Poi ho iniziato a notare la differenza di suono che avevo tra il live e la pratica casalinga, sebbene utilizzassi lo stesso amplificatore e lo stesso basso. Il suono era molto più consistente e grosso quando suonavo con un tocco leggero rispetto a quando suonavo forte.
Inizialmente ho pensato dipendesse dall’assenza della batteria.
Fortunatamente ho poi partecipato ad una master class sulla “fisica per musicisti” alla North Texas State University ed ho compreso che suonare forte significa peggiorare il suono.
Suonare forte genera un grande attacco è vero, ma crea una grande differenza fra l’attacco e la fase immediatamente successiva in cui la corda ristabilisce una vibrazione regolare.
Tirare su il volume dell’ampli ed utilizzare un tocco più leggero per suonare il basso consente di ottenere comunque un grande attacco con il vantaggio che la nota che segue è molto più forte e consistente e suona più forte per molto più tempo.
Gary Willis (101 Bass Tips – Hal Leonard)
In questa foto ti faccio notare che Willis utilizza la rampa. Questo evita che le dita possano affondare troppo tra le corde e gli assicura di poter pizzicare le corde solo con la punta del polpastrello.
Suonare alla Gary Willis, nel senso di utilizzare un tocco più leggero, significa ridurre drasticamente il rischio di infortuni fisici, consente di tenere un action delle corde più bassa e di rendere quindi il basso più performante.
Considerazioni
Facciamo ora qualche considerazione su questo primo pilastro della tecnica per la mano destra.
Per prima cosa è importante avere le unghia molto corte, al fine di evitare che la punta dell’unghia stessa possa produrre un suono impreciso e non omogeneo.
Inoltre, la tecnica del tocco appoggiato si preferisce a quella del tocco libero prima di tutto perché il basso è uno strumento principalmente melodico e non armonico e poi perché assolve ad un’altra funzione fondamentale: evitare che le corde non pizzicate tendano a risuonare, o perché suonate in precedenza o per simpatia.
E’ infatti risaputo che alcune vibrazioni possono indurre altri corpi (nel nostro caso altre corde) a vibrare senza che ci sia un contatto fisico. Si dice che le corde vibrano per simpatia (il contatto è solo acustico e non fisico).
Qui sotto trovi un audio in cui suono le quattro corde del basso prima con il tocco libero e poi con il tocco appoggiato:
Sentito che confusione di note con il tocco libero?
Nel prossimo audio invece ascoltiamo la vibrazione per simpatia, fenomeno che si verifica soprattutto quando suoniamo prima e seconda corda.
Nell’audio seguente prima pizzico la terza corda e poi la fermo. Quello che ascolti subito dopo aver stoppato la corda sono risonanze indotte dalla vibrazione della corda pizzicata. La stessa cosa è ripetuta per la prima corda (usa le cuffie):
Il tocco appoggiato ci aiuta quindi anche a contenere il fenomeno delle vibrazioni per simpatia, ma non ce lo risolve completamente.
Per poter avere un suono pulito, privo di vibrazioni e risonanze non volute, dobbiamo analizzare il secondo pilastro che caratterizza la tecnica della mano destra per suonare il basso.
II – Mutare le corde (Muting)
La tecnica del muting si esegue sempre con la mano destra e coinvolge anche altre dita, oltre a indice e medio.
Anche in questo caso ci sono varie scuole di pensiero.
Possiamo riassumere le principali tecniche impiegate in tre tipologie, che personalmente ho denominato così (non credo esistano dei nomi precisi e definiti):
- Pollice ancorato
- JP
- Pollice flottante
Andiamo a vederle più in dettaglio facendo una premessa generale.
Il tocco appoggiato ci garantisce che due corde (quella pizzicata e quella immediatamente precedente) sono già impegnate dalle nostre dita e pertanto non dovremo preoccuparci di risonanze indesiderate su queste corde. Per esempio, se stiamo suonando la prima corda, la seconda corda non potrà produrre risonanze perché stoppata dal tocco appoggiato (pizzico la prima corda per fermare il dito sulla seconda).
Tutto chiaro? Per qualsiasi cosa puoi lasciare un commento qui in basso. Sarò felice di aiutarti.
Andiamo avanti.
1 – Pollice ancorato
Con questa tecnica il pollice si muove seguendo il movimento verticale di indice e medio poggiandosi di volta in volta su un punto differente.
In particolare, quando pizzichi la quarta e la terza corda il pollice sarà ancorato sul PickUp. Non avrai problemi di risonanze perché quando suoni la quarta corda quelle più alte in frequenza non vibreranno. Quando suoni la terza corda, la quarta è stoppata dall’uso del tocco appoggiato.
Da notare che quando suona la quarta corda il tocco appoggiato è come se lo eseguissi sfruttando il pollice come punto di arrivo.
Quando passi a suonare la seconda corda fai scendere il pollice sulla quarta e lo ancori lì.
Infine, quando suoni la prima corda sposti ancora il pollice sulla terza corda, avendo cura di fare in modo che il pollice tocchi anche la quarta corda. In sostanza in questo caso il pollice stoppa due corde: la terza e la quarta. Prima e seconda sono già impegnate da indice e medio.
2 – JP
Ho denominato questa tecnica JP perché è stata utilizzata da Jaco Pastorius prima e John Patitucci poi.
E’ una tecnica un tantino più articolata e quindi meno adatta a chi è alle prime armi.
Come puoi osservare nell’immagine al punto 2, terza e quarta corda verranno stoppate attraverso l’utilizzo di anulare e mignolo, che man mano che procediamo in verticale con l’indice ed il medio si ancorano sulle corde.
Il pollice in questo caso segue indice e medio come nella tecnica 1, senza però doversi preoccupare di fermare le corde più gravi.
3 – Pollice flottante
Questa tecnica è simile a quella del pollice ancorato. La differenza sta nel fatto che il pollice scorre sulle corde senza mai ancorarsi su un punto specifico.
Da un lato questa tecnica stoppa efficacemente tutte le corde che precedono quella che stai pizzicando. Dall’altro canto però non la trovo molto comoda e soprattuto devi stare attento a non produrre suoni indesiderati dovuto al flottare del pollice sulle corde.
Tecnica 1 + 3
In realtà quelle indicate sono le tre principali tecniche impiegate. Esistono però anche delle varianti, magari personalizzate.
Personalmente mi sono trovato molto bene con una tecnica che ho appreso da Scott Devine.
In sostanza è la tecnica del pollice ancorato un tantino estremizzata, nel senso che prevede l’ancoraggio del pollice sempre sulla corda precedente a quella pizzicata:
Come vedi il pollice è sempre posizionato subito prima della corda pizzicata. Solo quando si suona la prima corda la tecnica diventa con pollice flottante, in modo da facilitare il bloccaggio delle corde più gravi (quarta soprattutto).
III – Rake
Il rake viene utilizzato per gestire la fase discendente del pizzicato, ovvero quando si passa da una corda più acuta a quella più bassa successiva.
La tecnica della chitarra classica di Tarrega o Sor prevede la rigida alternanza tra indice e medio sia in fase ascendente che discendente.
Nel basso elettrico si è finito per ottimizzare questa tecnica per gestire la fasce discendente, abbandonando l’alternanza tra indice e medio a favore di un pizzicato più fluido (gli inglesi e gli americani in proposito parlano di economy picking).
Vediamo in cosa consiste il rake.
Ad esempio, se dovessi suonare una nota sulla seconda corda ed una sulla terza dovrai utilizzare lo stesso dito, indice o medio a seconda di quale dito hai utilizzato per suonare la seconda corda.
Come detto, la motivazione è puramente di convenienza.
In fase discendente il raking consente una maggiore velocità e semplicità esecutiva.
Attenzione: esistono delle eccezioni all’utilizzo del rake.
Ad esempio nei salti di corda non sempre conviene utilizzarlo, preferendo invece dare priorità all’alternanza indice e pollice.
Esercizi pratici
Dopo aver analizzato in dettaglio i diversi aspetti che riguardano la tecnica per la mano destra per suonare il basso, iniziamo a fare qualche esercizio pratico.
Non avendo ancora affrontato il discorso relativo alla tecnica per la mano sinistra per ora ti basterà appoggiare gentilmente la mano sinistra sulla tastiera in modo che le corde siano ferme.
Attenzione: non devi schiacciare le corde. Devi solo fermarle poggiando il palmo/dita della mano.
Quello che otterrai è un suono di tipo percussivo, definito come ghost note (nota fantasma).
Ascolta l’audio seguente.
Prima ti suono quattro quarti della seconda corda (RE) a vuoto e poi le ghost note sulla stessa corda per un paio di volte:
Ripassiamo i punti salienti:
- utilizza indice e medio per pizzicare le corde con la tecnica del tocco appoggiato
- in fase ascendente, ovvero con una direzione che va dalla quarta corda alla prima, indice e medio si alternano mentre in fase discendente si utilizza il rake
- ipotizzando tu sia utilizzando la tecnica del pollice ancorato per il muting, ricorda di spostare il pollice quando passi a suonare le corde più acute.
Con gli esercizi che ti lascio potrai mettere in pratica quanto appreso negli articoli dedicati alle note sulla tastiera ed alla lettura del pentagramma.
Dovrai suonare in quarti seguendo il metronomo. Ti consiglio di impostare una velocità di 60 bpm. Ad ogni beep/beat del metronomo dovrà coincidere il suono pronunciato dal pizzicato della mano destra.
IMPORTANTISSIMO: se sei un assoluto principiante inizialmente ometti l’utilizzo del metronomo e concentrati sui movimenti e la posizione della mano.
Vuoi esercitarti in modo più strutturato ed efficace?
Ispirandomi a Stick Control (manuale per batteristi) ho pensato di realizzare una serie di esercizi (sono 100 in totale) attraverso i quali allenare tutta una serie di capacità che riguardano la tecnica della mano destra.
Gli esercizi sono pensati per esercitarsi soprattutto sull’alternanza tra indice e medio e sull’utilizzo del rake, oltre ad allenare anche la tecnica del muting.
Sono tutti volutamente basati su ghost note, con l’obiettivo di doversi preoccupare solo ed esclusivamente della mano destra.
Dispensa con:
- 100 esercizi (in quarti e ottavi)
- Notazione e BassTAB in sezioni diverse dedicate
- Introduzione con tutte le indicazioni ed i suggerimenti per studiare anche da solo
- Basi batteria pre impostate ai bpm di studio
- PDF stampabile
- Download immediato
Versione adatta per chi ha già un minimo di dimestichezza con la tecnica della mano destra.
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Conclusioni
Spero l’articolo ti sia piaciuto.
Un’ultima precisazione mi sembra doverosa.
Nell’articolo ti ho illustrato i diversi aspetti relativi alla tecnica della mano destra per suonare il basso, presentandoti, a puro scopo divulgativo e per completezza di informazione, anche punti su cui non c’è unità di vedute nel mondo bassistico e riportando foto e pensieri di indiscusse star delle basse frequenze.
Come ormai avrai compreso, non c’è una legge incisa nella pietra. Vale sempre la regola: impara l’arte e mettila da parte, ovvero impara la tecnica e poi falla tua. Fai in modo che la tecnica sia al tuo servizio, sia funzionale ai risultati che vuoi raggiugnere.
Prova e sperimenta le diverse alternative, chiedi al tuo maestro e soprattutto … suona, suona, suona!
Scrivere questo articolo ha richiesto veramente molto tempo. Ammetto di essermi anche divertito.
Il vero completamento (e giovamento) potrai sicuramente ottenerlo attraverso le dispense che ti ho proposto qui in alto. Ricordati che con la versione PLUS avrai anche la possibilità di fare anche 30 minuti di videochiamata con me per impostare correttamente il lavoro e/o per chiarire eventuali dubbi.
Siamo arrivati alla fine di questo lungo articolo.
Un’ultima richiesta veloce. Lascia un like qui in basso e magari utilizza il simbolo della mail per ottenere solo delle notifiche veloci quando andrò a pubblicare nuovi contenuti qui sul sito (diciamo una specie di campanella di YouTube).
A presto con il prossimo articolo, che sarà incentrato sulla tecnica per la mano sinistra.