Suonare il Basso Elettrico (L#3): LE NOTE SULLA TASTIERA.
Prima di iniziare a suonare il basso elettrico ho pensato di fornirti qualche altra informazione di base al fine di renderti più consapevole di quello che andrai a fare una volta imbracciato lo strumento.
In questo articolo infatti andiamo a vedere qual è il funzionamento della tastiera del basso elettrico, quali le geometrie che la caratterizzano, quali note ci sono e dove si posizionano.
Sarà l’occasione per apprendere diverse informazioni di base.
Prima di tutto però facciamo alcune premesse importanti.
Premessa 1
Le immagini a fine articolo che riproducono la tastiera del basso sono poste come se avessi un vero maestro difronte a te.
Tuttavia, su questo sito, in altri siti o sui diversi manuali che potresti consultare in futuro, potresti trovarti di fronte schematizzazioni che riproducono la tastiera come se fossi tu a guardare la tastiera del tuo basso.
Premessa 2
Come sono solito ripetere, per quanto riguarda la nomenclatura delle note, in questo ed in altri articoli faccio uso sia della terminologia italiana, sia di quella anglosassone.
Per comodità qui di seguito ti riporto le due terminologie:
Do | Re | Mi | Fa | Sol | La | Si |
C | D | E | F | G | A | B |
Ti consiglio di imparare per bene anche la nomenclatura in inglese. Ti tornerà estremamente utile in fase di consultazione di materiale in altre lingue, oltre che in questo sito.
Premessa 3
Quanto riportato in questo articolo rappresenta una semplificazione che mira a rendere alcuni concetti più alla portata di chi inizia a suonare.
L’articolo non ha la pretesa di voler essere una trattazione rigorosa ed esaustiva su concetti che si chiariranno nel procedere del percorso di studio.
Sottolineo da subito, ad esempio, che dal punto di vista strettamente formale le note alterate (di cui si parlerà qui di seguito) non sono solo quelle corrispondenti ai tasti neri del pianoforte.
Suoni e Note
Prima di iniziare si impone un’ultima specifica terminologica.
Nell’uso corrente al termine nota possono essere attribuiti diversi significati:
- un suono musicale singolo;
- un simbolo scritto;
- un tasto del pianoforte o di un qualsiasi altro strumento.
In particolare è importante considerare che suono e nota non sempre sono sinonimi. Come vedrai più avanti in questo articolo, due note musicali possono avere lo stesso suono.
E’ arrivato il momenti di iniziare.
Per farlo iniziamo a fissare alcuni concetti partendo dal pianoforte.
Le note sul pianoforte
Tutti quanti abbiamo imparato quante sono e quali sono le note musicali.
Ad ogni modo ripassiamole un attimo.
Le note sono indicate da 7 sillabe e sono:
DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI … che poi non è altro che la scala maggiore di DO.
In particolare queste note sono definite come naturali e corrispondono ai suoni che produci premendo solo i tasti bianchi di un pianoforte:
Suonando tutte le note sui tasti bianchi dal DO al DO successivo avrai suonato complessivamente otto note.
L’intervallo di otto note (in questo caso da DO a DO) è chiamato ottava (concetto n.1 da memorizzare).
Nota: per ora ti basti sapere che l’intervallo è semplicemente la distanza o la differenza in ordine di altezza che passa tra due note. Un intervallo di una ottava pertanto potrà riferirsi a qualsiasi nota, non solo al DO.
Avrai certamente notato che oltre ai tasti bianchi sul pianoforte ci sono anche 5 tasti neri per ogni ottava e che questi tasti neri producono un suono diverso rispetto ai tasti bianchi.
La domanda quindi sorge spontanea: che note ci sono sui tasti neri?
Per comprendere a che note corrispondono i suoni prodotti dai tasti neri si impone prima la necessità di affrontare un altro argomento.
Toni e Semitoni: cosa sono?
Questi due termini indicano l’unità utilizzata in musica per misurare la distanza che esiste tra le note.
Immagina la scala di DO appena incontrata come una specie di strada da percorrere. Bene, mentre la strada si misura in metri o chilometri, la scala si misura in semitoni e toni.
L’unità di misura più piccola è il semitono o mezzo tono.
Due semitoni (potremmo dire la loro somma per intenderci) formano un tono (concetto n.2 da memorizzare).
Semplice, vero?
Proseguiamo.
Il percorso lungo la scala di DO prevede delle distanze precise tra le note in termini di toni e semitoni.
Vediamoli.
Tra DO e RE (quindi tra i primi due tasti bianchi) c’è un tono di distanza. Ti faccio subito notare che sulla tastiera del pianoforte, tra DO e RE c’è un tasto nero. Tienilo a mente.
Lo stesso identico discorso lo si può fare tra FA e SOL e, andando avanti, tra RE e MI, SOL e LA ed infine tra LA e SI.
Quindi, tra tutte queste note c’è un tono di distanza e c’è un tasto nero.
Ci sono però due punti della tastiera del pianoforte dove il tasto nero non c’è.
Il primo è tra il MI ed il FA.
Il secondo è tra il SI ed il DO con cui inizia l’ottava successiva.
La distanza tra queste note sarà solo di un mezzo tono.
Possiamo quindi schematizzare i concetti espressi con questa immagine:
Questo schema T – T – S – T – T – T – S fissalo bene impresso nella tua memoria.
E’ lo schema con il quale potrai costruire tutte le scale maggiori (concetto n.3 da memorizzare).
I tasti neri
A questo punto possiamo rispondere al quesito precedente: che note ci sono sui tasti neri?
Si tratta di note cosiddette alterate.
In ambito musicale è possibile modificare l’altezza di una nota naturale attraverso l’uso di due simboli: il diesis (#) ed il bemolle (b).
Nel caso del # si andrà ad aggiungere un semitono alla nota di partenza. Nel caso del b si andrà a diminuire di un semitono la nota di riferimento.
Facciamo un esempio veloce.
Partiamo sempre dal nostro DO e aggiungiamo un semitono. Quello che si ottiene è chiamato sempre DO con l’aggiunta del simbolo diesis (#), ovvero DO# (si legge DO diesis).
All’atto pratico, così facendo ci siamo spostato dal tasto bianco corrispondente al DO a quello nero immediatamente successivo (situato tra DO e RE):
Consideriamo ora la nota MI e togliamo un semitono. Otterrai la nota MIb, corrispondente al tasto nero immediatamente precedente a quello bianco del MI.
Per ora tutto chiaro mi sembra.
Andiamo ancora avanti. Altro esempio.
Immagina di premere il tasto bianco corrispondente al RE e di diminuire la nota di un mezzo tono.
Che nota ottieni?
Sulla base di quanto detto sino ad ora otterrai un REb, corrispondente al tasto nero immediatamente precedente a quello bianco del RE:
Max, un attimo. Prima però mi avevi detto che quel tasto nero corrispondeva ad un DO#.
Giusta osservazione.
Alcune note infatti hanno un nome diverso, come nel caso del DO# e del REb, ma producono lo stesso suono. In questo caso siamo di fronte a note omofone, ovvero note con nome diverso ma stesso suono. Infatti corrispondono allo stesso tasto del pianoforte.
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Ricapitolando
Partendo dal nostro DO sulla tastiera del pianoforte, suonando uno dopo l’altro tutti i tasti bianchi e neri, ovvero procedendo di semitono in semitono, avremo queste note:
DO – DO# – RE – RE# – MI – FA – FA# – SOL – SOL# – LA – LA# – SI – (DO di ottava superiore)
(ricorda che tra MI e FA e tra SI e DO c’è solo un semitono)
Oppure:
DO – REb – RE – MIb – MI – FA – SOLb – SOL – LAb – LA – SIb – SI – (DO di ottava superiore)
Tutto chiaro?
Se qualcosa non ti torna, lascia pure un commento a fine articolo. Sarò felice di risponderti e aiutarti.
Facciamo ora un veloce conteggio.
In una ottava di pianoforte ci sono sono 7 bianchi e 5 tasti neri.
In sostanza il numero massimo di suoni diversi che puoi ascoltare da un pianoforte (e da un qualsiasi altro strumento) è pari a 12 (7+5).
Ripeto: i 5 tasti neri del pianoforte producono 5 suoni, ma ogni suono potrà assumere due nomi diversi.
Qui di seguito le note omofone corrispondenti ai tasti neri:
Quanto mostrato attraverso la tastiera del pianoforte è molto importante perché la stessa identica cosa accade sul basso. Ovviamente la tastiera del basso utilizza un sistema diverso, ma la sostanza non cambia.
Ogni tasto del basso produrrà un solo suono, come i tasti del pianoforte.
Vediamo quindi come funziona la tastiera di un basso elettrico
La Tastiera del Basso Elettrico
Guardando la tastiera del basso ti starai sicuramente chiedendo come fare per individuare e riconoscere le note, considerato che i tasti sono tutti uguali e non c’è distinzione di forma o di colore come sul pianoforte.
Niente paura.
Il basso è uno strumento molto geometrico e con i concetti appresi in precedenza sarà facile “abbinare” la giusta nota al suono prodotto.
Il nome delle note prodotte dalle corde suonate a vuoto le abbiamo già incontrate parlando di accordatura.
Qui di seguito facciamo un breve richiamo:
Si parte da sotto, dalla corda più sottile.
Questa è definita prima corda e corrisponde al SOL (G).
La seconda è un RE (D), la terza un LA (A) ed infine la quarta corda, la più grave e la più grossa (cicciotta), è un MI (E).
Sulla tastiera avrai sicuramente notato che ci sono anche dei pallini bianchi (su altri bassi potranno esserci dei pallini neri oppure dei blocchetti di madre perla, ecc).
Si tratta di riferimenti che facilitano l’individuazione/memorizzazione della posizione note.
Infatti si tratta di segni che su tutti i bassi sono posizionati sempre in corrispondenza degli stessi tasti: al 3°, 5°, 7°, 9° e 12° tasto, per poi ripetersi sulla seconda ottava dello strumento con le stesse distanze (15°, 17°, 21° e su alcuni bassi anche 24° tasto).
Nota: sul basso, a differenza del pianoforte, i primi suoni puoi ottenerli anche senza premere alcun tasto, semplicemente suonando la corda a vuoto.
Poco più su abbiamo visto le note corrispondenti alle corde fatte vibrare a vuoto.
Le stesse note, di una ottava superiore, si trovano al 12° tasto, in corrispondenza dei due pallini (che sono lì in coppia proprio per rendere più semplice l’individuazione al volo del tasto numero 12):
Fermiamoci solo un attimo a riflettere su questa cosa.
In precedenza abbiamo osservato che i suono che possono essere riprodotti da uno strumento sono 12.
Il fatto che al 12° tasto ci siano le stesse note (un ottava sopra) rispetto alle corde a vuoto dovrebbe farti già intuire che nel mezzo ci saranno tutte le altre note, con e senza alterazioni.
In pratica procedendo lungo la tastiera del basso, a partire dalla corda a vuoto, è come se stessimo schiacciando tutti i tasti di un pianoforte, bianche e neri, uno dopo l’altro, come visto all’inizio, ogni volta iniziando dalla nota corrispondente alla corda suonata.
Ad esempio prediamo la prima corda.
Suonata a vuoto produrrà un SOL. Premendo i vari tasti sul basso andremmo a produrre gli stessi suoni di quelli prodotti da tutti i tasti in sequenza del pianoforte a partire da SOL.
Sul basso delle volte ci troveremo con suoni corrispondenti a quelli dei tasti bianchi e delle volte a quelli dei tasti neri:
La presenza di note omofone ti pone di fronte al problema di quale nomenclatura abbinare al suono prodotto. Per ora però è un problema che non affrontiamo.
Ricorda solo che ad esempio un G# potrebbe essere letto anche come un Ab, un C# come Db e via di seguito.
Geometria e Basso Elettrico
Come ti ho accennato inizialmente, la tastiera del basso presenta delle geometrie interne molto semplici.
Senza voler approfondire troppo il concetto (al momento non hai ancora la praticità sufficiente a comprendere tutti gli aspetti e di concetti alla base di queste geometrie) ti faccio solo osservare un paio di cose.
La prima è che quando abbiamo affrontato il discorso relativo all’accordatura, abbiamo già notato una prima geometria: la corda suonata al 5° tasto produce lo stesso identico suono della corda successiva suonata a vuoto (procedendo dalla nota più grave verso quelle più acute).
Quindi il Mi suonato al 5° tasto produce un La, che corrisponde al suono della terza corda suonata a vuoto, che è appunto lo stesso La.
La seconda cosa che voglio farti osservare è questa:
Se suoni una nota qualsiasi sulla quarta o sulla terza corda, la nota suonata due tasti più in avanti e due corde più in basso (come nell’immagine qui sopra) corrisponderà all’ottava esatta (giusta) della nota di partenza.
Chiaramente è valido anche il ragionamento speculare fatto a partire dalla ottava superiore.
Questa cosa ci serve per capire che la tastiera può essere letta sia in senso orizzontale, come abbiamo visto fino ad ora, sia in senso verticale.
Questi concetti sono alla base dello sviluppo melodico dello strumento.
Una scala musicale sul basso viene quindi suonata e sviluppata sia in senso orizzontale che verticale:
Conclusioni
In questo articolo abbiamo affrontato lo studio della tastiera, di come funziona, quali sono le logiche che ne sono alla base.
Sinceramente ho riflettuto a lungo su come averi potuto scrivere questo articolo. Non è semplice cercare di essere semplice quando per spiegare un concetto ne occorso anche altri.
Spero di essere riuscito a trattare in modo lineare e comprensibile i molti concetti che vanno appresi senza diventare troppo accademico e pesante.
Se hai qualche perplessità, dubbio oppure se ti va semplicemente di sostenere questo tipo di contenuti, lascia un commento qui in basso.