Che livello di BASSISTA sei? CHECK LIST in 15# punti.
Molto spesso, quando mi sono trovato a dover parlare di me stesso come bassista, mi sono sempre definito un bassista di livello intermedio.
Però non ti nascondo che poi mi son sempre posto una domanda: ma sono veramente un bassista di livello intermedio?
Al giorno d’oggi è facile imbattersi in video di bassisti e molto spesso si possono veramente ammirare dei gran bei musicisti.
E allora come si fa a valutare il proprio livello musicale?
Prima di cercare di dare una risposta, ti voglio però spiegare perché questa domanda è importante e perché potrebbe essere utile anche per te.
Nel cercare di dare una risposta infatti ho finito per individuare una serie di argomenti che ritengo sia necessario conoscere per definirsi un bassista di livello intermedio.
Questi argomenti possono rappresentare una importante guida.
Tante volte infatti, specie nel mondo degli autodidatti, ci si pone il problema di cosa studiare, di cosa approfondire per ottenere un miglioramento effettivo e sostanziale.
In questo articolo ti indicherò 15 argomenti che a mio parere devi conoscere e/o studiare per poterti definire un bassista di livello intermedio.
Hai riscontrato che dovresti migliorare in uno o più argomenti di questi 15 Check Point?
Oppure sei proprio agli inizi e avresti bisogno di aiuto ma non puoi rivolgerti ad un maestro?
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Pian piano infatti andrò ad integrare questo articolo sempre di più con dispense scaricabili, esercizi, contenuti audio e video, in modo da fornirti un concreto aiuto per migliorare e crescere di livello.
Iniziamo.
1# Conoscere la TASTIERA
La tastiera del basso ha una sua geometria ed ha, ovviamente, una sua logica in base alla quale possiamo facilmente ricavare le diverse note corrispondenti ai diversi tasti.
Uno studio della tastiera parte inevitabilmente dalla conoscenza delle note prodotte dalle corde suonate a vuoto.
Queste sono a distanza di una quarta giusta, se parti dalla quarta corda (dal MI per capirci).
Se invece parti dalla prima corda (il SOL), la corda successiva sarà alla distanza di una quinta giusta.
Non conosci il significato degli intervalli? Prova a dare una occhiata QUI.
Questo significa che tutte e quattro le corde ti consentiranno di mantenere sempre le stesse geometrie.
Anche nel passaggio all’utilizzo di un 5 corde, la logica che è alla base della tastiera del basso, non cambia.
Ti faccio un esempio: una terza maggiore presa su due corde adiacenti avrà sempre la stessa “forma geometrica”. Gli anglofoni definiscono questa geometria “shape”.
Questo ti facilita molto il lavoro perché potrai immediatamente individuare gli intervalli, semplicemente facendo riferimento alla geometria dello strumento.
Potresti addirittura ragionare per intervalli e non per note in assoluto.
Allo stesso tempo però non puoi prescindere del tutto dal conoscere le note prodotte dai diversi tasti del basso.
Per imparale però trovo sia inutile memorizzare tutte le note della tastiera in maniera passiva.
Molto più produttivo è un approccio attivo, attraverso la comprensione della logica che regola il funzionamento della tastiera.
Inizia dalle corde a vuoto: MI – LA – RE – SOL ( E – A – D – G, in inglese).
Abbiamo appena visto che tra una corda e l’altra c’è la distanza di una quarta giusta (o quinta).
Inoltre, sai che ogni tasto corrisponde alla distanza di un semitono.
Partendo dalle note prodotte dalle corde a vuoto, pian piano cerca le diverse note naturali fino al quinto tasto.
Una volta individuate le note naturali, ricavare le note alterate diventerà molto più semplice.
Acquisita padronanza con i primi cinque tasti non ti resta che spostarti più avanti sulla tastiera.
Sii curioso!
Cerca le geometrie della tastiera.
Inizia, ad esempio, dall’individuare il rapporto geometrico che c’è tra una nota qualsiasi e la sua ottava alta o bassa. E poi tra una nota e la sua terza maggiore, ad esempio. E così via.
Questo argomento è strettamente correlato e consente di ottenere i migliori risultati se integrato con lo studio degli intervalli (punto 6#) e della scala maggiore (punto 8#).
Non avere fretta!
Non pretendere di imparare a riconoscere tutte le note della tastiera nel più breve tempo possibile. Sarà un processo naturale.
Imparati i meccanismi che governano il funzionamento della tastiera, con l’esperienza e lo studio degli altri argomenti imparerai a conoscere a fondo la tastiera del basso.
2# Tecnica mano sinistra (FRETTING HAND)
Come avrai capito dal punto #1, le diverse note prodotte dal nostro basso dipendono dai tasti che premi.
La mano deputata a premere i tasti è la mano sinistra (la destra per i mancini).
Dando per scontata una corretta impostazione della mano, è importante essere in grado di utilizzare tutte e quattro le dita, specialmente il mignolo, il cosiddetto dito debole.
Una buona tecnica della mano sinistra è quella che ti consente di ottenere un suono “pulito” e soprattutto di poter eseguire anche linee di basso di una certa difficoltà.
3# Tecnica mano destra (PLUCKING HAND)
Se la mano sinistra è quella deputata a “scegliere” le note da suonare, il suono è materialmente prodotto dalla mano destra.
Anche in questo caso una buona tecnica è fondamentale.
Una buona tecnica significa essere capaci di alternare indice e medio, specie nel passaggio da una corda all’altra.
Inoltre, cosa altrettanto importante, è fondamentale saper mutare le corde.
Nel suonare una corda è importantissimo evitare che ci siano risonanze delle altre corde. Infatti, queste risonanze, prodotte per simpatia, comprometto l’intelligibilità dello strumento e la bellezza del suono stesso.
4# Suonare a METRONOMO
Quando si è all’inizio dello studio di uno strumento si suona un po’ a braccio, nel senso che inizialmente il problema principale non è tanto quello di andare a tempo, quanto quello di riuscire a produrre il suono (vedi tecnica delle mani ai punti #2 e #3).
Per fare uno step in più è però necessario, prima o poi, iniziare a suonare a metronomo.
Il metronomo è un pò il tuo primo compagno della band. Una specie di batterista con una batteria veramente minimal.
In quanto bassista non puoi prescindere dal saper andare a tempo. Il groove si fonda su un buon timing, inteso come comprensione della suddivisione ritmica del tempo musicale.
In proposito può essere di grande utilità fare alcuni studi/esercizi ritmici senza strumento.
Cantare il groove e sfruttare mani e piedi per un approccio ritmico al tempo è importantissimo.
* Presto pubblicherò una dispensa con alcuni esercizi. Per cui resta in contatto.
5# Imparare a LEGGERE e SCRIVERE la musica
Un semplice esercizio con mani, piedi e voce come suggerito al punto #4 è quello che poi ti consente di di affrontare qualsiasi figura ritmica.
Il Groove infatti è la risultanza della combinazione di note che possono differenziarsi non solo per la loro altezza (nota più basse e note più alte), ma anche per la loro configurazione ritmica.
In proposito, il modo migliore per acquisire confidenza con le diverse figure ritmiche è certamente suonare tanto. Ma per avere piena consapevolezza ed interiorizzare le varie cellule ritmiche ti consiglio di imparare a leggere e scrivere la musica.
Per farlo puoi certamente affidarti ad un bravo insegnante … ed è la soluzione che ti consiglio.
Ma se non puoi, allora ho realizzato un metodo che mira proprio ad insegnarti a leggere, scrivere e trascrivere i tuoi groove e quelli delle linee di basso che ti piacciono di più.
Puoi scoprire di che si tratta cliccando qui in basso:
6# Conoscere gli INTERVALLI
Gli intervalli sono un argomento che rappresenta certamente uno dei pilastri su cui costruire le proprie nozioni di teoria musicali e soprattuto la propria formazione di bassista di buon livello.
Andare a orecchio è sicuramente importante ed utile, ma avere la consapevolezza di cosa si stia suonando fa di te un musicista e non un semplice hobbista.
Gli intervalli sono certamente un argomento che riesce già da solo a far capire tanti aspetti di quello che suoniamo e ti mette nelle condizioni di poter iniziare ad interagire con gli altri musicisti.
In proposito ho scritto una articolo proprio su gli intervalli che puoi leggere QUI.
7# Triadi e arpeggi (LIVELLO BASE)
Nel tracciare un ipotetico percorso di crescita come musicista, dopo aver appreso il ruolo ed il significato dei diversi intervalli, il passo successivo può essere considerato quello di imparare triadi ed arpeggi.
Triadi ed arpeggi sono un altro pilastro su cui costruire un suonare solido e consapevole.
La conoscenza di triadi e arpeggi ti mette nella condizione di potertela cavare in qualsiasi situazione.
Abbinati ad una prima infarinatura di armonia ti rendono capace di poter affrontare praticamente qualsiasi repertorio.
8# Le scale (LIVELLO BASE)
Discorso affine a quello di triadi e arpeggi.
Quando si parla di scale ed arpeggi molto spesso ci si spaventa. Sembra veramente un argomento sconfinato.
In realtà quello che spaventa è guardare all’argomento tutto insieme.
Un approccio a step invece rende il tutto meno spaventoso.
Un ottimo inizio può essere, ad esempio, quello di imparare per bene la scala maggiore (modo ionico) nelle tre diteggiature principali e su tutta la tastiera.
In questo modo le altra scale saranno ottenibili semplicemente considerando la differenza di intervalli che le caratterizza.
Conoscere a menadito le scale su tutta la tastiera farà di te un bassista di grande livello.
Ci sono però anche livelli intermedi di conoscenza.
L’importante è conoscere l’argomento, anche se ad un livello base, senza finire per affidarsi sempre e solo all’istinto.
9# Conoscere la tua strumentazione
Conoscere la tua strumentazione può sembrare una cosa ovvia.
Quello a cui mi riferisco è però una conoscenza consapevole.
Se monto corde flat, ad esempio, so che suono ottengo e so cosa ci posso fare e cosa no.
Altri esempio potrebbero essere:
- cosa accade se aumento il gain o il master volume dell’amplificatore?
- sapere a cosa serve l’equalizzazione e come agire su di esso per migliorare il suono ed ottenere il risultato ricercato;
- conoscere le differenze timbriche che produce la diversa combinazione/configurazione dei pick-up;
- che potenza può erogare il tuo ampli e in che ambienti ti consente di poter suonare senza avere problemi di volume.
Insomma, conoscere la tua strumentazione ti assicurerà sempre un approccio professionale, ti eviterà brutte sorprese e farà di te un bassista apprezzato e ricercato sulla piazza.
10# Suonare con un BATTERISTA
Interplay!
Questa è la parola d’ordine.
Studiare è importantissimo. Fare esercizi è altrettanto importante. Ma suonare con gli altri è fondamentale!
Certe dinamiche della musica si possono imparare solo suonando con altre musicisti in carne ed ossa.
Suonare con un batterista, magari molto bravo, ti farà crescere enormemente. Imparerai ad interagire con lui, a capire come rapportarti con la cassa, ad ascoltare il charlie.
Imparerai a seguire il flusso della musica, quando crescere ed incalzare e quando “rilassare” il giro di basso. Quando suonare stretto e quando largo. Quando lasciare spazio agli altri e quando diventare tu protagonista.
Interplay!
11# Ear training e TRASCRIZIONE
Questo potrei quasi definirlo il mio campo.
Partiamo dall’Ear Traning.
In genere quando ci si riferisce al Ear Training si fa riferimento ad un argomento piuttosto ampio che va dall’allenare l’orecchio a riconoscere le note, al riconoscere gli intervalli, gli accordi, ecc.
Personalmente sono di una generazione che per forza di cose ha dovuto ricorrere all’uso dell’orecchio.
Infatti, l’unico modo per tirare giù le linee di basso era cercare di carpire le note dai dischi (o cassette).
Questo inconsapevole esercizio di Ear Training mi è servito tantissimo, anche perché ha abituato l’orecchio ad un ascolto selettivo, che mi ha portato a saper spostare l’attenzione sulle singole diverse tracce di un brano.
Mi rendo conto che oggi invece questo esercizio è stato del tutto soppiantato dal cercare video tutorial su YouTube o (peggio ancora) le sole basstab prive di qualsiasi riferimento musicale (mi riferisco all’uso dei soli numeretti in sequenza senza partitura o altri riferimenti di durata e altezza delle note).
Anche per il discorso relativo alle trascrizioni l’argomento è vasto.
Anche il semplice tirare giù ad orecchio un brano può essere considerato come una sorta di trascrizione. Manca la parte relativa alla scrittura, ma è un pur sempre un processo di “estrapolazione” delle linea di basso dal resto.
Trascrivere e scrivere sul pentagramma quanto si è carpito ad orecchio è uno step che ti farà crescere enormemente e che inoltre ti offre tutta una serie di vantaggi.
In proposito ho già scritto un articolo che puoi leggere QUI, ma soprattutto ho realizzato un vero e proprio metodo per imparare a Leggere, Scrivere e Trascrivere in chiave di basso.
12# Saper suonare un BLUES
Blues!
Il Blues è il genere musicale da cui si dovrebbe sempre partire. Rappresenta la base di gran parte della musica occidentale.
“Se non conosci il blues è perfettamente inutile suonare il rock” (Keith Richards).
Nelle prime suonate con gli amici è inevitabile finire a suonare un bel Blues.
E’ un linguaggio che condividono tutti i musicisti, a prescindere dallo strumento suonato.
Conoscere le fondamenta di un blues è quindi di primaria importanza.
Nella sua forma base il Blues è formato dalle famose 12 misure, con una sequenza armonica ben codificata, che ricorre all’utilizzo di tre accordi di dominante sul I, IV e V grado:
Conoscendo la struttura base di un blues, anche solo suonando la fondamentale sarai in grado di accompagnare la band.
Ovviamente questa è solo la base. Per potersi definire un bassista di livello intermedio non si può prescindere da una buona conoscenza del Blues.
In proposito il web è pieno di informazioni sul Blues.
Voglio però segnalarti un interessante video sul canale YouTube di Fabio Testa Bass Coach, fatto in collaborazione con Davide Martini, dove si parla di Blues, con interessanti spunti anche per l’ascolto, e in cui, soprattutto, si suona Blues.
13# CREARE un linea di basso
Sapersi muovere sullo strumento, conoscerne le caratteristiche, avere nozioni di teoria sono tutte cose che prima o poi ti portano a voler realizzare un tua linea di basso.
E’ un naturale processo di maturazione musicale.
Ovviamente tra il dire ed il fare …
Tra il voler creare il proprio groove ed il riuscire a farlo c’è sempre un specie di blocco invisibile.
A frenarci c’è sempre la convinzione di non essere in grado di creare musica bella.
In proposito Mario Guarini dice una cosa molto interessante.
Sottolinea anche lui il fatto che tutti noi rinunciamo a creare i nostri groove perché convinti di non essere capaci di realizzare buona musica.
In realtà questo è un falso problema. Quello che conta è iniziare, provare, migliorare.
Per arrivare ad ottenere il risultato però ci vuole metodo. Ci vuole un processo che ci aiuti ad essere creativi.
Anche io vittima di questo blocco invisibile, ho trovato una guida proprio in Mario Guarini, nel suo libro di trascrizioni di Now It’s My Turn, il suo ultimo CD (libro e CD li trovi QUI).
Nell’intro al libro, che non è solo una raccolta delle sue trascrizioni, ma una vera e propria raccolta di suggerimenti ed elementi d’ispirazione, Guarini indica quello che può essere considerato un vero e proprio percorso di crescita creativa, che si riassume in tre parole:
- Imita
- Integra
- Innova
Si parte dall’imitazione pura e semplice di quello che ci piace.
Nella seconda fase si passa ad analizzare l’oggetto dell’imitazione, in modo da comprendere cosa stiamo suonando. Dopo di che si va ad integrare quello che si è studiato in contesti diversi.
Infine devi innovare, e cioè personalizzare e rendere tuo quanto hai appreso, in modo farne parte integrante del tuo linguaggio e del tuo vocabolario musicale.
14# Suonare una canzone per INTERO
Quando si è all’inizio del proprio percorso musicale di bassista, si è ovviamente più impegnati a cercare di far uscire il suono e le note dal nostro basso.
Una volta riusciti ad acquisire una buona tecnica, si iniziano ad ampliare gli orizzonti. Si inizia a mettere in conto anche l’idea di suonare i brani che ci piacciono di più.
Suonare un brano per intero a molti potrà sembrare una cosa ovvia. Ma ti assicuro che non è così.
Chi ancora non suona in una band, per esempio, potrebbe considerare una cosa inutile suonare un brano dall’inizio alla fine.
Invece è molto importante.
Studiare un brano per intero aiuta ad acquisire conoscenza delle diverse strutture che può assumere una canzone.
Aiuta ad imparare a riconoscere il percorso melodico ed armonico che porta dalla strofa al ritornello.
Ti consente di sviluppare una maggiore resistenza muscolare delle mani e del corpo. Una cosa è suonare solo il riff, un’altra e suonare tutto il brano mantenendo intatta intenzione, velocità, timing e groove.
Suonare tutta la canzone e non solo una parte, ti pone di fronte alla necessità di dover memorizzare struttura e caratteristiche del brano.
Inoltre, altra cosa che può sembrare di secondaria importanza, ti porta ad imparare anche i finali.
Come inizia un brano lo impari per forza, ma come finisce no.
Specie se stai preparando un repertorio con la tua band, sapere come dovrà finire il brano è importantissimo.
15# Accordare il BASSO
La cosa più banale di questo mondo .. a dirsi. Ma nella pratica?
Quando si all’inizio, presi dalla voglia di suonare, si tralascia la questione accordatura.
Invece deve ben presto diventare una routine. Prima di iniziare a suonare, si accorda lo strumento.
Oggi tutti utilizziamo gli accordatori elettronici. Ce ne sono ormai di tutti i tipi e a prezzi veramente abbordabilissimi.
Magari non tutti però conoscono come si accorda un basso ad orecchio.
Ricollegandomi al punto #1, procedendo dalla quarta corda alla prima (dal MI al SOL), le note sono alla distanza di un quarta giusta.
Questo significa che ogni corda suonata/premuta al quinto tasto produrrà la nota corrispondente a quella della corda seguente (quella immediatamente sotto per capirci) suonata a vuoto.
I due suoni dovranno essere coincidenti.
Max, chiarissimo … ma da dove si parte?
Si inizia da LA.
Tecnicamente si tratta del LA riferito al scala che inizia dal DO centrale ed avrà una frequenza a 440 Hz.
In passato, chi disponeva di uno strumento dotato di cassa di risonanza, per ottenere il LA si utilizzava il diapason.
In una band con tastierista, si ricorreva al suo prezioso aiuto nel farsi suonare il LA.
Una piccola curiosità che forse in più giovani non conoscono.
Quando ancora non esistevano gli smartphone (oddio come mi sento vecchio in questo momento), se si alzava la cornetta del telefono c’era un beep intermittente che segnalava la presenza di linea telefonica.
Ebbene, quel beep era proprio un LA a 440 Hz.
Per una accordatura “fine” dovrai poi preoccuparti anche dell’accordature delle ottave. Ma questa è una cosa che in genere si fa in occasione del set-up del proprio strumento o del cambio corde e comunque non in modo ricorrente.
Saper accordare ad orecchio è sicuramente importante ed utile (se ti si dovesse rompere l’accordatore nel bel mezzo di una esibizione?), ma la cosa più importante è accordare lo strumento ogni volta che ci si mette a suonare, a prescindere dal metodo che si intende utilizzare.
Conclusioni
In questo articolo ti ho elencato quelli che a mio parere sono 15 punti per autovalutarsi.
Se ti senti forte in tutti e 15 gli argomenti sei già ad un ottimo livello.
Ma il punto non è tanto questo.
Per me è molto importante cercare sempre un modo per autovalutarmi e per non perdere la bussola nel mare di informazioni presenti nel web.
Nelle mie intenzioni questo articolo vuole rappresentare:
- una sorta di guida per verificare a che punto sei nel tuo processo di crescita;
- uno stimolo ad approfondire quegli argomenti in cui ti senti più “debole”.
Come ho detto nell’introduzione, è mia intenzione integrare ed arricchire sempre più questo articolo con altri contenuti di diverso tipo (dispense, audio, video, ecc.)
Ogni tanto puoi certamente tornare a dare uno sguardo a questo articolo per verificare se ci sono novità. Ma il modo migliore per rimanere informato è quello di iscriverti alla newsletter di TheGrooveHakcer.
Sei vuoi suggerire un altro punto da aggiungere alla check-list, scrivilo pure nei commenti qui in basso.