Allena il TIMING e poi dimentica.
L’altro giorno con degli amici bassisti si parlava di timing e del rapporto tra questo ed un buon groove.
Eh si … per suonare bene il basso non si può prescindere dall’avere un buon timing.
Ma cosa significa veramente avere un buon timing?
Ne abbiamo parlato insieme e qui di seguito ti voglio riassumere quello che ne è venuto fuori.
“Andare a tempo”: che vuol dire?
Questa del titolo può apparire come una domanda sciocca.
“Dai Max che ci vuole a rispondere! Andare a tempo significa contare 1 – 2 – 3 – 4 e suonare la nota in corrispondenza del conteggio. Che ci vuole!”.
Diciamo che fino a qualche anno fa avrei risposto anche io alla stessa maniera.
Se così fosse però sapremmo sicuramente suonare il basso solo sui quarti.
Una linea di basso però non è fatto solo di quarti. Gli ottavi dove li mettiamo? Ed i sedicesimi?
Insomma tra un quarto e l’altro c’è un mondo.
Andare a tempo solo sui quarti senza curare il timing di ottavi e sedicesimi significa aver trascurato un aspetto fondamentale per avere un buon groove e suonare con soddisfazione il basso elettrico.
Se riesci a rispettare i quarti, ma tra uno l’altro le note sono eseguite in modo disordinato – ritmicamente parlando -, ecco che il groove ne risente pesantemente.
Insomma, se non si fosse ancora capito, occorre essere ritmicamente solidi su tutti e sedici sedicesimi di ogni battuta.
“Max come faccio a verificare se ho un buon timing?”.
Prima di tutto se sei un principiante hai necessariamente bisogno di qualcuno che ti presti un orecchio (allenato), sia questo un buon maestro (soluzione migliore) o quantomeno un amico più esperto disposto a darti una mano.
In ogni caso è fondamentale registrarsi. Questa cosa viene più volte detta, ma in pochi lo fanno.
Per esempio, se hai letto il mio articolo sul Practice Log sai già che nella mia routine di studio è previsto proprio l’argomento Recording.
Come allenare il TIMING
Ovviamente se ti rendi conto di non essere un bassista ritmicamente solido non c’è da disperare … ma c’è da studiare!
Bisogna per forza di cosa fare allenamento, che non significa necessariamente fare solo pallose sessioni di studio con noiosi esercizi.
Ci sono diversi esercizi che si possono fare per migliorare il timing e si possono anche sfruttare diversi brani famosi proprio a questo scopo.
Tra i vari esercizi, te ne voglio suggerire uno molto divertente (e gratificante).
E’ preso a prestito da un metodo di un cugino batterista: Benny Greb.
Se non sai chi è Benny Greb, è un batterista molto tecnico e molto bravo. In rete si trovano diversi video interessanti. Uno di questi è una intervista su Drumeo.
Se conosci un tantino l’inglese e hai voglia, ti consiglio di seguire l’intervista perché fornisce diversi suggerimenti interessanti anche per noi bassisti.
Benny Greb propone di allenare il timing attraverso l’uso di cellule ritmiche.
In sostanza è possibile ottenere sedici diverse combinazioni di sedicesimi, che lui ha etichettato semplicemente con le lettere dell’alfabeto.
Imposta il metronomo con scansione ritmica in sedicesimi e mettiti un velocità intorno agli 80 BPM (se hai difficoltà puoi anche rallentare inizialmente). Meglio ancora se hai la possibilità di utilizzare un base di batteria con charleston in 16mi.
A questo punto puoi allenarti su ogni cellula singolarmente, mettendole in sequenza una o due, oppure combinandole in modo del tutto casuale.
Lo step successivo sarà poi quello di applicare concetti armonici alle strutture ritmiche create in modo da far “nascere” groove personali.
TIMING e GROOVE
Allenare un buon timing è importantissimo per suonare il basso elettrico a buoni livelli.
Ma che relazione c’è tra timing e groove?
Una frase che ho sentito pronunciare da Michael League (fondatore e bassista degli Snarky Puppy) è: “Non puoi avere un buon groove senza un buon timing, ma puoi avere un timing perfetto e non avere groove”.
Bene. Ma cosa significa?
Allenare il timing non deve portarci a diventare una specie di macchina midi perfettamente quantizzata.
Come detto, fare pratica per migliorare ritmicamente è basilare per diventare sempre più bravi a suonare il basso elettrico. Una volta che si è acquisita consapevolezza del tempo arriva però il momento di dimenticare tutto ciò che si è imparato.
O meglio: prima di gestire a proprio piacimento il timing del nostro suonare occorre conoscere e saper rispettare le regole del gioco. Solo dopo ci si può lasciare andare.
E’ proprio questo che mette in relazione timing e groove. La capacità di “gestire” il timing è quella che poi porta ad avere groove.
Attenzione perché non è una conseguenza matematica. Bisogna suonare veramente tanto e fare altrettanto ascolto.
Conclusioni
Personalmente sto lavorando tantissimo su questi aspetti.
Paradossalmente quello che potrebbe apparire più semplice come i tempi lenti e rilassati alla fine si dimostrano i più ostici se non si è padroni del timing.
In 3 mesi di esercizio costante quotidiano ho sensibilmente migliorato (e sto ulteriormente perfezionando) questo aspetto del mio playing.
Tra l’altro, per uno come me che per 20 anni ha suonato quasi solo musica rock e pop, è decisamente una grossa soddisfazione lavorare su questi aspetti.
Nota: di questo devo essere grato al mio grande maestro Mario Guarini.
E tu ti senti solido ritmicamente?
Mettiti alla prova!
Imposta un metronomo, fai gli esercizi sulle cellule ritmiche e soprattutto registrati.
Poi riascoltati e se sei un principiante chiedi al tuo maestro di valutarti oppure chiedi ad un amico più esperto per un parere.
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