SPARK: imita, integra, personalizza (M. Guarini)

SPARK: imita, integra, personalizza (M. Guarini)

Maggio 17, 2020 Off Di Massimiliano Max Carola
Imparare a suonare il basso

Direi che questa volta il titolo è un tantino ermetico, vero?

Cerco subito di rimediare.

Per farlo però occorre fare una premessa.

Appena uscito, ho acquistato il corposo volume di trascrizioni per basso elettrico del CD Now It’s My Turn di Mario Guarini.

L’ho acquistato soprattutto con l’intento di scoprire qualche segreto al lavoro di trascrizione del grande Stuart Clayton, autore appunto delle trascrizioni per conto di Guarini.

Dopo l’acquisto ho avuto occasione di ringraziare Guarini per il bellissimo lavoro e per come aveva strutturato il libro. Così ci siamo scambiati qualche messaggio.

Gli ho fatto presente che mai e poi mai sarei riuscito a ri-suonare i suoi brani. Mario mi ha stimolato ad essere creativo e ad approcciare al suo lavoro come fonte di ispirazione e non come fonte di sola imitazione esecutiva.

E qui veniamo al titolo dell’articolo.

Le parole Imita, Integra e Personalizza sono proprio quelle che utilizza Guarini nel suo libro. Le considera (a ragione, secondo me) le tre parole che meglio di altre riescono a riassumente il processo di apprendimento musicale.

In particolare, nella parte introduttiva del libro, Guarini ci spiega la sua idea di processo di apprendimento, a sua volta mutuata dalle scuole americane:

Libro di trascrizioni per basso di Now It's My Turn di Mario Guarini
  1. Imitare: la prima fase inizia con l’imitazione di una frase, di un riff o un groove che ci colpisce. Guarini sottolinea l’importanza di suonare quello che ci piace. Questa è certamente una fase di copia e incolla, ma non per questo passiva. Lo scopo è carpire i particolari di un riff, l’intenzione di un groove e/o il suono di un feel, giusto per citare qualche esempio.
  2. Integrare: in questa seconda fase si inizia a studiare quello che stiamo suonando. In sostanza si va ad integrare l’imitazione con l’analisi armonica e melodica, in modo da diventare consapevoli di cosa stiamo suonando. Comprendere musicalmente cosa c’è dietro un groove o una frase è quello che poi porta alla terza fase.
  3. Personalizzare: la parola lascia già intuire che in questa fase si andrà a trasformare quello che inizialmente è stato imitato. Una volta compreso cosa stavamo suonando, possiamo ora adattarlo, modificarlo e portarlo all’interno di contesti diversi. In parole povere, dopo aver imitato ed integrato, quel riff che tanto ci piace diventa parte del nostro linguaggio, opportunamente personalizzato e fatto nostro.

Prima di proseguire, se vuoi scoprire come imparare a Leggere, Scrivere e Trascrivere in chiave di basso in modo semplice e progressivo, puoi dare uno sguardo al mio metodo interattivo:

Imparare a leggere scrivere e trascrivere in chiave di basso

Nel libro di trascrizioni di Now It’s My Turn, all’inizio di ogni brano, sono suggerite quattro idee musicali tratte dal brano stesso.

Queste quattro idee vengono spiegate ed analizzati per bene.

L’idea è quella di stimolare ad un ascolto attivo del disco e soprattutto ad essere creativi.

E’ qui che si trova la vera chiave con cui approcciare al libro.

Lo spirito deve essere quello di una ricerca finalizzata alla creatività e non alla sola esecuzione.

E così, stimolato dallo stesso Mario Guarini, mi son messo alla prova.

Ho indossato le cuffie ed ho ascoltato nuovamente il suo CD, questa volta con lo spartito alla mano.

Arrivato a Nina Mia mi si accesa una lampadina.

Le armonie del brano mi hanno subito rapito.

In particolare son rimasto colpito dal fraseggio utilizzato nella sezione A:

Come puoi osservare, il basso esegue dei fraseggi che sono armonici e melodici al tempo stesso.

Sono andato a risuonare il fraseggio di Guarini (a velocità ridotta ovviamente) e piano piano ho preso confidenza.

Poi, più in dettaglio, mi sono soffermato soprattutto sulle battute 9 e 10 e sui due accordi Fm7 e E+.

Sul Fm7 Guarini utilizza una frase pentatonica, mentre sull’accordo di E+ (accordo di quinta aumentata) viene utilizzata una porzione di Scala esatonale (infatti ci sono sia quarta che quinta aumentata).

Molto bello il colore che ne viene fuori, anche perché sul E+ viene sfruttata la corda a vuoto per la tonica. Il E basso insieme alle note sul registro alto creano un range di frequenze ben coperto e pieno.

A questo punto ho iniziato a cercare di personalizzare la frase.

Istintivamente ho iniziato a suonare e risuonare i due accordi Fm7 e E, diventato un E maggiore e non più aumentato (nell’audio che puoi ascoltare più in basso, armonicamente utilizzo anche un passaggio sul maj7).

Lasciandomi guidare da quello che gli accordi suonati al basso mi trasmettevano, ci ho sentito un colore bossa nova style.

Dal punto di vista melodico ho mantenuto l’idea di base sul primo accordo. Così anche io ho utilizzato il fraseggio di pentatonica.

Sul secondo accordo ho fatto ricorso al colore Lidio con passaggio sulla quarta aumentata e atterraggio sulla quinta giusta del secondo accordo (nel frattempo diventato un E, come detto in precedenza).

A questi due accordi ho fatto seguire altre due battute con un disegno simile, continuando in una progressione armonica sempre discendente, appunto in stile bossa nova (la ripetizione delle frasi aiuta a rendere familiare la melodia all’ascoltatore).

Dopo aver seguito questo percorso creativo (che definirei “percorso Guarini”), ecco qui il risultato (in forma base):

Imparare a suonare il basso con TheGrooveHacker
Spark – Massimiliano Max Carola

Ma non è tutto!

Stimolato dal risultato, ho deciso di provare a fare un passettino in più e trasformare queste quattro battute in una piccola clip audio completa.

Con l’utilizzo di Garageband (un software forse troppo sottovalutato, specie da me … magari ne parlerò in qualche altro articolo) ho realizzato un vero e proprio piccolo embrione di brano … una piccola scintilla musicale, da cui il titolo Spark, che in inglese vuol dire proprio scintilla.

Ascolta il risultato in questo video:

Conclusioni

Mi son veramente divertito molto nel creare quesa piccola clip audio.

Spark ha rappresentato per me una sfida.

Non credevo che sarei riuscito a tirar fuori una idea dal libro di Guarini. E questo semplicemente perché lui è ad anni luce da me. Io sono un semplice appassionato autodidatta.

Si tratta ovviamente di sole 4 battute, ma è pur sempre un inizio.

Devo ringraziare Guarini, che mi ha spinto e stimolato a provarci.

Magari con il tuo aiuto ora potrei ulteriormente sviluppare questa idea. Se ti va di aiutarmi e darmi suggerimenti, lascia un commento qui in basso su come proseguire Spark.

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