Scheda Audio: perché ho scelto Audient iD14
Inizio con una doverosa premessa.
In questo articolo non andrò a svelarti quel’è la scheda audio migliore in assoluto oppure cosa comprare e cosa no.
Non sarà neanche una vera e proria recensione della scheda.
Semplicemente ti descriverò il processo decisionale che ho seguito per arrivare a scegliere la scheda audio giusta per me.
Non ho competenze e conoscenze tali da poter giudicare la qualità oggettive di questa o quella scheda; ma se non sai cosa scegliere, con questo articolo posso certamente esserti di aiuto.
Inziamo!
Che scheda audio comprare?
Da poco ho abbandonato il mondo Windows e sono passato a Mac.
Il passaggio da Win a Mac ha comportato anche il cambio di scheda audio.
Infatti, la mia vecchia e fidata TC Electronics Desktop che mi ha servito per più di 15 anni (ancora perfettamente funzionante) è firewire. Ergo …
La prima domanda delle domande ovviamente è stata: “che scheda audio compro?”.
Oggi il catalogo disponibile è veramente sconfinato. Rischi di rimanere per settimane a cercare e valutare.
Per ogni fascia di prezzo ci sono veramente tante tante possibilità.
Una prima scrematura al catalogo l’ho fatta definendo la fascia di prezzo di riferimento.
Mi sono dato un budget di spesa non superiore ai 200/250 euro (ovviamente come tutti avrei cercato di spendere il meno possibile).
Il budget è stato ovviamente solo il primo passo.
In secondo luogo ho definito il tipo di connessione.
Con MacBook avrei potuto scegliere tra USB (con eventuale necessità di mettere in conto un adattatore USB Type C – Type A o B, a seconda della scheda) e Thunderbolt.
Le schede Thunderbolt sono tendenzialmente tutte in una fascia di prezzo sensibilmente superiore a quella mia di riferimento, per cui subito scartate … a malincuore!
Anche perché il mondo Universal Audio è veramente tanta roba.
Ho iniziato allora a dare uno sguardo alle schede USB disponibili che rispettassero il mio budget, escludendo subito quelle veramente cheap.
Quanti ingressi e uscite?
Mi sono quindi concentrato sul numero di ingressi e di uscite di cui avrei avuto bisogno.
Ho fatto il punto e mi sono materialmente appuntato le mie esigenze, presenti e anche ipotetiche e/o future.
Ecco cosa ne è venuto fuori:
- registrare basso elettrico e chitarra elettrica;
- registrare voci;
- registrare chitarra acustica e chitarra classica;
- registrare percussioni.
Praticamente registrare tutto il registrabile … o quasi.
Questo significa che avrei avuto bisogno di almeno un ingresso XLR (per collegare un microfono) ed uno Hi-Z (per collegare basso o chitarra).
Bene … ma quanti ingressi?
Sicuramente una scheda audio con un ingresso MIC ed uno Hi-Z avrebbe soddisfatto le mie esigenze.
Però quando si prende in considerazione una scheda di questo tipo bisogna fare attenzione … mi raccomando: leggete sempre i manuali prima di fare una scelta! Si scoprono tante cosette importanti.
Alcune di queste schede infatti, pur avendo due ingressi fisici, consentono l’uso di un solo ingresso per volta. Quindi o registri la voce o registri la chitarra o basso.
Questo per alcuni potrebbe essere un problema, una limitazione importante.
Per esempio, se avessi voluto registrare la chitarra acustica sia dal piezo sia da un microfono, non lo avrei potuto fare.
Poiché nelle mie idee c’era anche il desiderio di sperimentare riprese con due microfoni, ho scartato questo tipo di schede.
Anche riprendere il basso sia dalla DI che microfonando l’ampli è una cosa che mi intriga molto.
Mi sono quindi rivolto alle schede con almeno due ingressi XLR, oltre a quello Hi-Z.
Anche in questo caso il catalogo è risultato piuttosto ampio.
Dopo aver cercato, ho finito per individuare tre alternative: Focusrite 2i2, MOTU M2 e Audient iD14.
Ho scartato la Focusrite perché avevo letto alcune recensioni non proprio entusiaste.
Ma cosa ancora più importante, se avessi utilizzato uno dei due canali di ingresso con basso o chitarra, mi sarei giocoforza privato della possibilità di utilizzare contestualmente un microfono a condensatore sull’altro ingresso. Questo perché la Focusrite prevede l’attivazione della phantom in contemporanea su tutti e due gli ingressi.
Inoltre, nessun software di gestione del routing interno della scheda.
Quindi in finale ci sono finite MOTU e Audient.
Entrambe hanno due ingressi MIC/LINE, entrambe hanno una uscita cuffie, entrambe hanno un software di gestione del routing interno della scheda, entrambe hanno la possibilità di attivare singolarmente l’alimentazione phantom sui due ingressi disponibili.
* L’alimentazione phantom è quella che serve per far funzionare i microfoni a condensatore ed è generalmente indicata con il simbolo +48V.
Il fattore X
Andando a fondo nella scelta mi sono però reso conto di una cosa molto molto importante, che poi è quella che mi ha definitivamente portato sulla iD14. Il fattore X.
Come detto, entrambe le schede sono alimentate via USB.
Apparentemente questa cosa può apparire molto comoda e molto pratica.
A mio parere però nasconde un paradosso.
Una soluzione che sembra pensata per favorire la mobilità, allo stesso tempo ne può rappresentare un limite.
Infatti una scheda audio USB powered incide sulla durata della batteria di un portatile e, soprattutto, in caso di attivazione dell’alimentazione phanthom, l’autonomia del portatile si riduce drasticamente. Infatti, in quest’ultimo caso le case produttrici raccomandano l’uso dell’alimentatore del portatile.
Inoltre, quanto può essere efficace e valido un preamplificatore con phantom attivata se alimentato attraverso la porta USB?
Ad ogni modo, l’idea di dover fare i conti con la durata della batteria come fattore critico e la “paura” di stressare eccessivamente la batteria del MacBook mi ha spinto a scegliere la Audient.
La iD14 infatti, rispetto alla M2 della MOTU, è si alimentata dalla porta USB, ma in caso di utilizzo della phantom prevede l’utilizzo di un alimentatore esterno, in dotazione con la scheda (cosa da non sottovalutare).
In questo modo avrei potuto adottare una soluzione di compromesso: scheda alimentata da USB, ma con l’aiuto dell’alimentatore esterno in caso di utilizzo della 48.
Altra cosa che mi ha guidato nella scelta è stata l’esperienza.
Sfrutta la tua esperienza
In passato ho avuto modo di provare una MOTU (la Microbook) su un portatile Windows.
L’esperienza fu pessima.
Praticamente la scheda risultò inutilizzabile a causa di tutta una serie di dispersioni elettriche sicuramente provenienti dal PC. La cosa produceva vari disturbi elettrici sia in riproduzione che in registrazione.
Certamente il portatile non era un granché, ma ad ogni modo la paura di fondo che il MacBook attaccato in corrente potesse in qualche modo introdurre qualche disturbo elettrico in registrazione/riproduzione audio c’era.
Quindi, se ne hai occasione, prova sempre tutto quello che ti capita a tiro.
A completamento del discorso, devo ammettere che anche la MOTU presentava un plus rilevante, specie per chi utilizza un PC fisso o iMAC: il tasto di accensione e spegnimento.
Quella che può rappresentare una piccolezza, a mio parere si rivela essere una cosa veramente utile.
I computer quando vanno in stand-by delle volte si scollegano dalle periferiche esterne, ma soprattutto: perché tenere in tensione la scheda se stiamo usando il PC/MAC per fare tutt’altro?
Il layout
Altro fattore che ha inciso sulla scelta è stato il layout della scheda.
La iD14, a differenza della MOTU, ha tutti i controlli sul top della scheda, tipo mixerino per intenderci.
Per me è una cosa molto comoda, visto che avrei utilizzato la scheda sulla scrivania oppure in mobilità su un divano o poggiata su qualche mobiletto.
Avere i controlli sul frontalino come MOTU o Focusrite personalmente non lo trovo molto comodo.
Espandibilità
Ultima cosa: l’espandibilità.
La iD14 ha un ingresso ottico. Questo significa che in futuro potrei anche espandere gli ingressi e le uscite della scheda, magari per registrare un kit di batteria con 4 o 5 microfoni, chi sa.
Ad ogni modo, senza voler esagerare con i progetti futuri, sempre meglio avere eventuali possibilità di espansione anziché dover acquistare da zero una nuova scheda in caso di necessità, non trovi?
Un extra … da testare.
Una funzione che devo testare, ma che potrebbe rivelarsi molto carina, è la possibilità di utilizzare la grande manopola della iD14 come controller fisico dei parametri di plugin quali EQ e simili.
Ovviamente i plugin devono supportare questa funzione (per programmi come Logic o ProTools non dovrebbero esserci problemi).
Conclusioni
Come ho indicato in premessa all’inizio di questo articolo, questa non voleva essere una recensione vera e propria, anche perché utilizzo la scheda da così poco tempo che non avrei mai potuto fornire un feedback credibile.
L’idea di fondo, più che altro, è stata quella di fornire un resoconto del mio personale approccio alla scelta, un resoconto sulle valutazioni che ho fatto e su quello che mi ha portato a fare quella che al momento ritengo essere stata la scelta migliore.
Ci sono tantissime altre possibilità, altre schede altrettanto valide che non ho citato, magari anche più economiche.
La cosa importante è usare la testa, valutare per bene le proprie esigenze e non farsi guidare esclusivamente da marche e prezzo (fermo restando il rispetto del proprio budget).
Se vuoi un mio aiutino, non ti resta che scriverlo nei commenti o contattarmi in privato. Sarò lieto di darti una mano.