Fare una trascrizione per basso elettrico: COSA SERVE?
Alcuni di voi mi hanno chiesto informazioni in merito al processo di trascrizione, che software utilizzo, come ho imparato e che approccio utilizzo.
Qui di seguito provo a sintetizzare in 6 punti cosa ti serve sapere e come fare.
1. Saper suonare
Ok, lo ammetto! La frase è un po’ troppo generica e oltretutto ti potrà sembrare anche scontata. Ma proviamo un attimo a rifletterci su insieme e vediamo per benino cosa intendo dire.
Parto con una domanda secca: “se ti trovassi difronte ad una frase bassistica che utilizza la tecnica dell’hammer-on, sapresti dire cos’è? Sapresti eseguirla? Ma soprattutto: sapresti riconoscere ad orecchio il suono di un hammer-on?”.
Probabilmente hai risposto sì (siamo veramente alle basi della tecnica bassistica), ma prova a pensare se la tua risposta fosse stata no.
Saresti in grado di scrivere sul pentagramma un hammer-on se prima di tutto non lo sai suonare? Se non hai internalizzato il suono e la tecnica su cui poggia un H.O. come potresti mai trascriverlo?
Quindi, è fondamentale che tu sia a conoscenza della tecnica del tuo strumento.
Per saper suonare occorre però anche conoscere gli aspetti teorici della musica.
Nel caso specifico mi riferisco agli intervalli, gli arpeggi e le scale.
A dire il vero, se facessimo riferimento al processo di trascrizione nota per nota, quest’ultimo aspetto potrebbe essere quasi considerato come opzionale. Cioè: se uno volesse semplicemente mettere su carta le note che ascolta, la relazione che intercorre tra una nota e l’altra non avrebbe rilevanza. Il ruolo che una nota svolge rispetto all’armonia sottostante non avrebbe grande importanza.
Ovviamente diverso è il discorso se ci si vuole impegnare a diventare un musicista, o semplicemente un bassista “serio”.
Inoltre, la teoria ti sarà di grande aiuto nelle trascrizione perché ti faciliterà nella individuazione delle note. Il solo semplice conoscere (e riconoscere) una armonia maggiore da una minore ti fornirà infatti preziosissime informazioni.
Ecco quindi spiegato cosa intendo per saper suonare: bisogna conoscere e riconoscere le tecniche esecutiva di una linea di basso e conoscere la teoria musicale.
Ad esempio, come forse avrai notato, su The Groove Hacker non ci sono (ancora) trascrizioni di brani in Slap. Il motivo è proprio questo: non conosco in maniera approfondita lo slap. Ho i rudimenti principali del thumb&pop, ma mi manca l’esercizio e quindi mi manca il linguaggio ritmico necessario per poter interpretare correttamente le diverse proposte linguistiche dei vari bassisti.
E qui si arriva al secondo punto.
2. Conoscere il ritmo
Di primo approccio, potresti essere portato a pensare che per fare una trascrizione sia prima di tutto necessario conoscere e riconoscere la diversa altezza delle note. Sebbene questo sia assolutamente vero (Punto 3), ritengo sia prima di tutto importante comprendere il linguaggio ritmico.
Mentre il range entro il quale possono muoversi le note in altezza è grossomodo limitato, sia per questioni fisiche dello strumento, sia perché un brano generalmente si muove entro un certo range, la ritmica invece presenta soluzioni praticamente infinite.
Scott Devine, probabilmente uno dei maggiori bassisti che opera nel settore della didattica, afferma ripetutamente nei suoi video che il primo pilastro per un bassista è il ritmo.
Questo mi porta a dire che è molto importante sviluppare il linguaggio ritmico, conoscere le diverse figure ritmiche che si possono creare, saperle scrivere e ancora una volta saperle riconoscere ad orecchio.
L’unico strada per raggiungere questi risultati è … indovina un po’? … fare esercizio.
Il solfeggio rimico in proposito ci viene in aiuto.
Non a caso un libro che sento di consigliarti è Simpified Sight Reading for Bass di Josquin Des Pres, nel quale una buona metà del libro (la prima) è tutta incentrata sugli esercizi di solfeggio ritmico. Io l’ho usato. In pratica ho imparato quello che so grazie a questo libro.
3. Saper riconoscere l’altezza delle note
Quando si dice avere orecchio generalmente si fa proprio riferimento a questo aspetto qui.
Come anticipato al punto precedente, dopo aver dato la giusta articolazione ritmica alla sequenza di note, è infatti fondamentale saper riconoscere la diversa altezza delle varie note.
Direi che un po’ per tutti questo è un processo spontaneo.
Quando in macchina cantiamo a squarcia gola Bohemian Rhapsody dei Queen, non stiamo facendo altro che cercare di intonare insieme a Freddie Mercury le note della sua voce.
Se sei stonato, su questo punto potresti essere in difficoltà. Niente di irreparabile, per carità. Occorrerà solo fare esercizio.
Ricordo che i miei primi tentativi di cantare accompagnandomi alla chitarra furono oggetto di attenzione da parte del mio papà che da buon pianista tutto orecchio e istinto mi disse: “mi sa che sei un pochino stonato”!
Può risultare molto utile anche esercitarsi nella lettura sull’altezza delle note a prescindere dalla loro durata e quindi dall’aspetto ritmico.
4. Saper leggere la musica
Altra cosa che può apparire scontata.
Per poter scrivere la musica devi prima saperla leggere.
Per saper leggere la musica intendo però non tanto il saper fare una lettura in tempo reale a grandi velocità. Intendo dire che è necessario che tu sappia saper leggere, interpretando tutti i segni, le figure e le articolazioni presenti in una partitura.
In altre parole, devi saper leggere una legatura di valore e sapere cosa significa, devi saper leggere ed eseguire una legatura di espressione, ecc., oltre ovviamente a saper distinguere il valore delle diverse figure e pause.
Non è necessario che tu sia un fulmine nella lettura. E’ sufficiente che tu sappia leggere correttamente.
5. Isolare la traccia di basso
Nei primi 4 punti ti ho riassunto le conoscenze che ritengo fondamentali per affrontare una trascrizione.
A questo punto sarà necessario che tu sappia idealmente isolare la traccia di basso dal resto del mix del brano. Chi come me ha iniziato anni fa, ha dovuto per forza fare così.
Per studiare un brano da suonare con la band non ci restava altra possibilità che quella di utilizzare la piastra di casa, infilare la cassetta stereo e iniziare con un continuo play-stop-rewind-play in un loop continuo, fino a quando non avevamo imparato il brano.
Non sono un nostalgico dei tempi passati, ma una cosa è certa. Mentalmente ci siamo dovuto per forza “costringere” a lavorare con la mente, cercando di isolare il basso dal resto del mix, semplicemente focalizzando l’attenzione su quel tipo di suono. Insomma, facevamo una specie di ascolto selettivo.
Oggi ti viene in soccorso la tecnologia.
Oltre a poter rallentare un brano senza alterarne l’intonazione, puoi evidenziare la linea di basso semplicemente aumentando di una ottava il brano (ci sono dei plugin che fanno questo lavoro egregiamente). Magicamente il basso sarà molto più in evidenza.
Tuttavia ti invito a cercare comunque di trascrivere senza usare “aiuti” tecnologici. Se poi sei in difficoltà per alcuni punti potrai sempre ricorrere all’aiutino esterno.
6. Il Software
Ultimo punto. L’uso del software per scrivere trascrizioni per basso.
Ci sono diversi software a riguardo (Finale, Sibelius e GuitarPro, giusto per citare i primi a pagamento che mi vengono in mente).
Personalmente uso Musescore, che un open source gratuito, con cui mi trovo veramente molto bene. Poi, per quello che serve a noi bassisti basta e avanza.
Tuttavia, in questo punto 6, vorrei evidenziarti quali sono i vantaggi nell’uso di un software di notazione musicale, a prescindere da quale sceglierai di utilizzare.
Il software velocizza enormemente il lavoro di trascrizione:
1- ti consente di riascoltare in tempo reale quello che scrivi e quindi hai modo di verificare in diretta se quello che hai trascritto è corretto, in termini di altezza delle note e scansione ritmica;
2- ti è di supporto nella scrittura delle diverse figure e pause, proponendoti già di suo le figure ritmiche più adatte (in base al valore delle note utilizzato);
3- ti offre la possibilità di intervenire in fase successiva sulla impaginazione e sul layout della trascrizione.
L’uso del software però non può sostituire le conoscenze di base per una buona trascrizione.
Questo è il motivo per cui, tra l’altro, acquistai questo libro (Manuale di scrittura musicale). Musescore infatti delle volte propone soluzioni grafiche non corrette, che finirebbero solo per appesantire la lettura, oltre ad essere veri e propri errori (in alcuni casi).
Spero di essere riuscito a condensare in questi 6 punti tutti gli aspetti necessari per poter iniziare ad approcciarsi al mondo delle trascrizioni per basso elettrico.
Sei hai domande specifiche lascia pure un commento qui in basso. Sarò veramente felice di aiutarti.
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